Il divorzio breve è legge. Sì definitivo dal Parlamento

Dopo 40 anni di dispute a suon di maggioranze, proposte di legge e bocciature varie, il divorzio breve è diventato legge.
Mercoledì 22 aprile la Camera dei Deputati ha approvato il disegno di legge che, modificando la storica Legge 898 del 1970, porta ad una notevole riduzione dei termini che devono intercorrere tra la separazione ed il divorzio.
In particolare, il termine triennale precedentemente previsto viene sostituito con un più breve termine semestrale per i casi di separazione consensuale o annuale per le separazioni giudiziali, indipendentemente dalla presenza o meno di figli.
La medesima norma va a modificare anche lo scioglimento del regime patrimoniale di comunione dei beni tra coniugi. Nella disciplina previgente era previsto che la comunione dei beni si sciogliesse solo con il passaggio in giudicato della sentenza di separazione, ora invece è sufficiente l’autorizzazione del giudice a che i coniugi possano vivere separati.
La normativa in esame ben si coordina con gli altri ordinamenti comunitari, in cui i tempi per ottenere una sentenza di separazione o di divorzio sono decisamente più brevi.
Inoltre, tale intervento sicuramente andrà a limitare l’attuale turismo dei coniugi che spesso, tramite agenzie internazionali ed utilizzando residenze estere fittizie, sciolgono il proprio matrimonio in altri Paesi in cui l’ordinamento consente divorzi lampo.
Il divorzio breve, comunque, non è l’unica novità in tema di famiglia introdotta recentemente.
Nel decreto giustizia del novembre 2014, infatti, veniva introdotta la negoziazione assistita in materia di separazione e divorzio.
Stante il testo di tale decreto, fortemente modificato in sede di conversione, i coniugi possono separarsi consensualmente senza adire il Tribunale competente ma semplicemente facendosi assistere da un avvocato.
In particolare, i coniugi, assistiti da un difensore, possono raggiungere un accordo sulla propria separazione, successivamente tale accordo di negoziazione viene trasmesso al Procuratore della Repubblica presso il Tribunale che sarebbe stato competente il quale, se non ravvisa irregolarità, concede il nulla osta. A quel punto l’avvocato dovrà trasmettere l’atto così formato all’Ufficiale di Stato Civile del Comune presso cui il matrimonio fu iscritto o trascritto per la trascrizione della separazione nei registri di Stato Civile.
Un insieme di provvedimenti, quelli varati in questi ultimi mesi, che fortemente incidono sulle tempistiche e sui costi di separazioni e divorzi e che portano l’Italia in linea con gli altri Paesi Europei.