Taglio dei tribunali, la Cassazione dichiara ammissibile il referendum abrogativo

 Taglio dei tribunali, la Cassazione dichiara ammissibile il referendum abrogativo
La richiesta è stata avanzata da nove Consigli regionali, Abruzzo in testa. Ora la parola passa alla corte costituzionale per l’ulteriore vaglio del quesito. La norma era prevista dal decreto del governo sulla spending review, ma aveva scatenato proteste in tutta Italia
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 12 novembre 2013



Primo passo verso una consultazione sul taglio dei tribunali. L’Ufficio referendum della Cassazione ha dichiarato “l’ammissibilità” del referendum chiesto da nove Consigli regionali per abrogare la riforma della geografia giudiziaria che ha tagliato mille tribunali. Ora la parola passa alla corte costituzionale per l’ulteriore vaglio del quesito. L’Ufficio del Referendum è presieduto dal giudice Corrado Carnevale che stamani ha deliberato il via libera all’ammissibilità del quesito. La Regione Abruzzo è stata la capofila della richiesta referendaria sottoscritta da altri Consigli regionali.

La norma sulla spending review del governo Monti aveva previsto la riduzione e l’accorpamento di 37 tribunali sui 165 esistenti, di 38 procure e la soppressione di tutte le 220 sezioni distaccate di tribunale. Il decreto puntava a ottenere risparmi di spesa pari a 2 milioni 889mila e 597 euro per il 2012, 17milioni 337mila e 581 euro per il 2013 e 31 milioni 358mila e 999 per il 2014. Contro il taglio dei tribunali, tuttavia, si era sviluppato un ampio movimento di protesta in tutta Italia. Tra le varie iniziative, cortei di sindaci, blocchi di strade statali, sit-in di lavoratori, lettere al premier Enrico Letta e al Capo dello Stato Giorgio Napolitano e, addirittura, la minaccia di darsi fuoco da parte di un dipendente. Infine, è arrivata la richiesta di un referendum abrogativo, promossa dal consiglio regionale dell’Abruzzo e subito sottoscritta da Basilicata, Calabria, Marche, Friuli-Venezia Giulia, Puglia, Campania, Liguria e Piemonte. “E’ giusto risparmiare in tempi difficili”, aveva spiegato Emilio Nasuti, il consigliere abruzzese delegato alla promozione del referendum. “Ma così come è concepito il provvedimento non ha senso: in alcuni casi siamo ai limiti della sospensione del servizio ai cittadini”.